Eleonora Duse (1858-1924) aveva compreso molto bene le potenzialità del cinema e ne diffidava: le uniche immagini in movimento che rimangono di lei sono quelle del film Cenere di Febo Mari, tratto non da un classico del suo repertorio, ma da Grazia Deledda. Ma la memoria della sua arte teatrale è stata tramandata per diverse generazioni, e Sonia Bergamasco ne cattura gli ultimi bagliori: come quando intervista la splendida Ellen Burstyn, allieva di Lee Strasberg, il fondatore dell’Actors Studio, che riuscì a vedere la Divina dal vivo.
Il documentario, presentato in anteprima mondiale al Festival del Cinema di Roma del 2024, è un viaggio nel tempo, un ritratto obliquo e discreto, un’affascinante indagine sul mestiere dell’attore, arricchita da materiali d’archivio imperdibili e giovani attrici che si confrontano con il mito.